La crisi economica ha portato anche nel settore edilizio alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e alla chiusura di 12 mila imprese. Secondo ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il territorio urbanizzato, che negli anni 50 del secolo scorso pesava per il 2,7 per cento delle superfici, nel 2017 dilaga su oltre 2,3 milioni di ettari, il 7,7 per cento del territorio nazionale. Negli anni dal dopoguerra ad oggi si è impermeabilizzata una superficie doppia di quella cumulata nei duemila anni precedenti. Una gestione dissennata che continua ad esporre al rischio milioni di persone: 7.275 comuni (91% del totale) sono a rischio per frane e/o alluvioni e circa 7,5 milioni di abitanti che vivono o lavorano in aree a rischio frane o alluvioni. Su scala nazionale addirittura il 13% delle famiglie italiane vive in aree a rischio idrogeologico. Come tristemente sappiamo la Liguria non ne è immune.
L’Unione europea, con la nuova programmazione dei fondi 2014-2020, spinge per dare impulso a politiche che premino l’efficienza energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano. Per l’Italia si parla di miliardi di euro che sarebbe irresponsabile sprecare perdendo l’occasione di riqualificare il patrimonio edilizio con interventi per l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica, migliorando la qualità dell’abitare e dimezzando i consumi e le spese in bolletta per i cittadini.
Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil e Legambiente, hanno individuato in un documento congiunto quali siano le priorità: destinare la risorse a chi riqualifica perseguendo veramente la riduzione dei consumi energetici, stabilire regole omogenee in tutto il territorio nazionale in merito alla certificazione energetica delle abitazioni, garantire la sicurezza antisismica degli edifici, premiare chi effettua innovazione negli interventi urbani e chi riqualifica il patrimonio edilizio privato e molto altro. L’idea è quella che l’innovazione ambientale del settore edilizio rappresenta una sfida cruciale non solo per chi ci lavora ma per tutti i cittadini del Paese.
Le condizioni di vetustà del patrimonio immobiliare pubblico del nostro Paese e della nostra Regione invece meriterebbero un discorso a parte; ma anche qui, raggiungere gli obiettivi europei sull’efficienza è un’opportunità che si può cogliere coniugando le ragioni dell’ambiente con quelle dell’economia.
Ci aspettiamo che ci sia condivisione da parte del mondo delle imprese rispetto alla necessità di chiedere una programmazione pubblica degli investimenti, alla condivisione delle regole del gioco in materia di appalti, per garantire l’applicazione della contrattazione collettiva nazionale sulla base dell’attività prevalente, per premiare formazione e sicurezza e qualità del lavoro; così come abbiamo già fatto per l’intesa per il risparmio energetico a livello ligure, dopo le schermaglie sul Piano casa. Si tratta ora di estendere quell’intesa a tutti gli appalti in materia.
Fabio Marante è Segretario Cgil Liguria
Federico Pezzoli è Segretario generale Fillea Cgil Genova e Liguria