La scelta di posizionare il rigassificatore a Vado Ligure non è stata condivisa con le parti sociali e il territorio. L’impatto sociale, economico ed ambientale di una struttura di questo tipo deve essere oggetto di attenta valutazione e su questa partita, purtroppo, la Regione Liguria sta difettando nel merito e nel metodo.
Il trasferimento dell’impianto avviene al di fuori da un qualsiasi contesto di programmazione economica e industriale riguardante l’area e sembra corrispondere soltanto a esigenze di scambio politico tra il Presidente Toti e il Governo: su quattro impianti di questo tipo in Italia, ben due sono previsti in Liguria.
“Siamo di fronte a scelte unilaterali e alla cancellazione del confronto con le parti sociali – dichiarano Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria e Andrea Pasa Segretario Generale Cgil Savona –Ad oggi non sono state discusse le ripercussioni che l’impianto potrà avere dal punto di vista ambientale e per la salute e sicurezza dei cittadini”. La Cgil chiede di aprire un confronto serio e costruttivo che coniughi gli aspetti economici alla salute delle persone e al rispetto dell’ambiente. Molte questioni sono aperte e da valutare: dalle ricadute economiche in una provincia come quella savonese dove la percentuale di arrivi e presenze nel comparto turismo è la più alta della Regione, al passaggio delle tubature a poche centinaia di metri dal Santuario dei cetacei e a pochi chilometri da realtà agricole e industriali che – a differenza di quanto è stato annunciato dalla Regione – non avrebbero neppure alcuno sconto sulla bolletta del gas.
La Cgil invita il Presidente Toti a confrontarsi con i cittadini, il sindacato, i sindaci, le associazioni datoriali e le Comunità per valutare quali siano i vantaggi e i rischi rispetto ad un progetto così impattante. È evidente che senza questo necessario passaggio il territorio non potrà subire un progetto calato dall’alto senza capire quali saranno gli effetti reali su popolazione, ambiente ed economia.