Parteciperà ai lavori la segretaria nazionale della Cgil Daniela Barbaresi
È necessario che il Governo intervenga per proteggere il salario dei lavoratori e pensionati e con un’idea di politica energetica chiara, subito e non attendendo le elezioni del 25 settembre. La Cgil lo chiede oggi, così come lo sta chiedendo da tempo, e lo farà anche dopo le elezioni con qualsiasi governo che sarà eletto. Ma è necessario intervenire, subito.
Si terrà lunedì 12 settembre presso la Sala Caduti di Nassiriya presso il Palazzo della Provincia di Savona a partire dalle ore 9,30, l’assemblea pubblica Cgil sui temi sociali e del lavoro. La Cgil di Savona esprime profonda preoccupazione per la condizione di crisi che investe il Paese. Il prolungarsi del conflitto in Ucraina e l’assenza di iniziative per fermare la guerra e avviare la strada diplomatica, oltre a portare morte e distruzione, produce effetti economici e sociali disastrosi che stanno mettendo in crisi la debole ripresa post pandemia peraltro ancora in corso.
Il primo effetto tangibile è stato l’aumento dell’inflazione oltre l’8,5% che sta spingendo verso l’alto i prezzi, essenzialmente per l’aumento dei beni energetici. Proprio l’energia e il suo approvvigionamento nei prossimi mesi, condizionato dalla dipendenza del gas russo, rischia di determinare l’innesco di un ulteriore peggioramento della condizione economica e sociale di milioni di persone e centinaia di imprese.
Gli effetti di questo quadro si scaricano sui salari, già impoveriti, di lavoratori e lavoratrici e sui redditi di pensionati e pensionate. Non a caso si assiste ad un aumento inesorabile della povertà assoluta che ha raggiunto quasi il 10% della popolazione, circa 6 milioni di persone in tutto il Paese.
In questa fase difficile e straordinaria, la Cgil riafferma la centralità del lavoro e della giustizia sociale quali strumenti di emancipazione della condizione delle persone e l’affermazione di una visione alternativa di società, di trasformazione sociale che si fonda sui diritti nel lavoro, sui diritti civili e sull’inclusione, su uno stato sociale forte che contrasti le disuguaglianze economiche e sociali, su un fisco progressivo che abbia funzione redistributiva, su un modello di sviluppo che si fondi sulla cura delle persone e dell’ambiente e non privilegi il profitto e l’incuria.
Sono cinque i grandi temi che accompagnano l’attività rivendicativa della Cgil: lavoro, fisco, salute e welfare, precarietà, sviluppo. Temi che almeno per ora non sono presenti nel dibattito della campagna elettorale. Manca l’attenzione al lavoro e alle persone che lavorano o a coloro che il lavoro lo stanno cercando; mancano temi fondamentali come sanità, scuola, salario e lotta all’evasione. Però non manca chi in ogni campagna elettorale strumentalizza questioni come l’immigrazione urlando all’invasione oppure chi continua a sparare contro il reddito di cittadinanza come se fosse il male di tutti i mali.
Il tempo che stiamo vivendo è un momento straordinario al quale bisogna rispondere con strumenti straordinari, esattamente come è stato fatto durante la pandemia e come chiediamo da mesi di fare al Governo. Le risorse ci sono e vanno ridistribuite, a partire dagli extraprofitti delle imprese energetiche e di quelle del comparto farmaceutico. Far prevalere la logica del profitto a scapito delle persone, sarebbe una doppia ingiustizia oltre che uno schiaffo a chi si trova in difficoltà. Lo si deve iniziare a fare anche sul nostro territorio risolvendo le crisi industriali del Savonese – Piaggio Aerospace, LaerH, Bombardier/Alstom, Sanac e Funivie – che interessano in Provincia oltre 3 mila lavoratrici e lavoratori e che rappresentano comparti strategici per l’intero Paese. Fino ad oggi la politica nazionale e regionale non hanno avuto la capacità di costruire proposte risolutive a nessuna di queste vertenze, a dimostrazione della poca autorevolezza delle istituzioni. E lo si deve fare anche e soprattutto con un forte investimento sulle infrastrutture e sulla sanità pubblica. E non il contrario. Non è più accettabile definanziare e svendere la nostra sanità pubblica, addirittura utilizzando le risorse del PNRR trasformando ospedali in ospedali di comunità o diminuendo servizi fondamentali per migliaia di cittadini . E poi sarebbe necessaria una politica di sviluppo industriale chiara, un progetto condiviso con i territori, ma soprattutto un’idea di nuovo modello di sviluppo, a partire dalle politiche energetiche. Idee e progetti che mancano sia a livello nazionale, che regionale e territoriale, altrimenti non si spiegherebbero le tante opportunità che il territorio mette a disposizione che vengono buttate alle ortiche proprio per mancanza di capacità politica di tradurle in progetti concreti. Su tutto, dall’industria, alla sanità, dall’igiene ambientale al trasporto, dal sistema portuale al turismo, dal mondo dell’istruzione agli anziani. Non si spiegherebbe perché, in Liguria, oltre il 70% delle risorse previste dal PNRR per i comuni, province e regioni andranno disperse per mancanza di progetti.
Altresì occorre non perdere le occasioni di sviluppo derivanti dalle risorse del Pnrr e dell’Area di Crisi Industriale Complessa – oltre 60 milioni di euro – del savonese, garantendo occupazione di qualità; più retribuita, più sicura e meno precaria.
La situazione socio economica in Provincia di Savona rischia di diventare molto complicata se non vi saranno interventi concreti da parte del Governo, della Regione Liguria e più in generale delle istituzioni locali. Pochi giorni fa unitariamente a Cisl e Uil, abbiamo inviato una richiesta di incontro al Presidente della Provincia di Savona, invitandolo a convocare una riunione con la Regione Liguria, i comuni maggiormente interessati dalle crisi industriali – Albenga, Villanova d’Albenga, Vado Ligure, Savona e Cairo Montenotte e Confindustria Savona, con l’obbiettivo di costituire un tavolo di discussione locale sullo sviluppo economico del territorio utile a poter interloquire con i Ministeri e il Governo sulle partite più complesse della Provincia. Attendiamo una risposta con l’auspicio che arrivi e non sia l’ennesima richiesta inascoltata delle istituzioni locali savonesi. Le storie di Piaggio Aerospace e Sanac sono una vergogna per la politica nazionale, sono ben 4 i governi che non hanno trovato una soluzione, lasciando migliaia di lavoratori e interi territorio nella più totale incertezza, e si deve accelerare una volta per tutte, dopo il troppo tempo perso e la continua presa in giro a lavoratori, istituzioni locali e organizzazioni sindacali.
C’è necessità di un intervento pubblico massiccio e non procrastinabile, come c’è necessità che le associazioni datoriali savonesi si attivino, fin da subito, per contrastare il fenomeno delle deroghe peggiorative ai Contratti nazionali di Lavoro che ledono anche i loro diritti, oltre a quelli dei lavoratori coinvolti. Il lavoro e la sua qualità sono temi che devono tornare ad essere centrali: nella nostra provincia l’83% dei nuovi occupati ha un contratto precario, ecco perché tutelare e proteggere l’occupazione e i redditi non è una scelta, ma una necessità.
Andrea Pasa
Segretario Generale Cgil Savona