L’emergenza case di riposo si aggrava di ora in ora. “Non possiamo più perdere tempo, bisogna fare presto”. Scrivono così i sindacati. Ieri sera, mercoledì 25 marzo, Cgil, Fp Cgil e Spi Cgil hanno inviato una lettera al Ministro delle Politiche sociali Nunzia Catalfo e ai presidenti delle Regioni e di Anci, Stefano Bonaccini e Antonio Decaro, in merito allo stato in cui versano case di riposo e RSA alle prese con l’emergenza Coronavirus.
I sindacati chiedono idonei dispositivi di protezione e strumenti adeguati per gli operatori, l’estensione al massimo dell’utilizzo dei tamponi anche a queste strutture e la chiusura agli accessi dall’esterno, la messa in opera di misure organizzative straordinarie che consentano di produrre una separazione reale e concreta tra ospiti colpiti dal virus e no e, infine, per gli ospiti ora isolati dalle proprie famiglie, la possibilità di prevedere momenti di contatto da remoto.
“Abbiamo amaramente appreso dall’esperienza – si legge nella lettera – cosa stia significando arrivare impreparati alla lotta al virus nelle corsie e nei pronto soccorsi; non possiamo essere così impreparati anche fuori dagli ospedali, nelle case di riposo e nelle RSA. Sono sempre più case di riposo investite dal contagio Covid-19, un allarme che riguarda oltre 300 mila anziani ospitati in 7 mila strutture in tutta Italia. Una situazione molto pesante per gli ospiti e per chi opera in queste strutture, costretto ormai a lavorare in condizioni estreme, in termini di rischi, salute e sicurezza, orari e turnazioni”. Da qui le proposte dei sindacati perché, concludono, “le azioni messe in campo fino ad oggi non sono affatto sufficienti per affrontare questo grado di emergenza e gli scenari futuri. È necessario agire con la massima celerità. Ogni esitazione o distrazione in questo settore può condurre ad esiti tragici”.
Che la situazione sia grave lo dimostrano i dati che vengono aggiornati giorno dopo giorno. LiberEtà sta mappando quotidianamente cosa accade nelle case di riposo per raccontare una strage silenziosa che non può più restare inascoltata.
I pensionati Cgil sono in prima linea nel denunciare la situazione e da giorni chiedono insistentemente interventi urgenti da parte del Governo. L’auspicio è che la lettera inviata ieri sera possa sortire effetti concreti e immediati.