La medicina di genere: un nuovo approccio in medicina che deve diventare un diritto di tutti. La legge c’è, occorre applicarla!
Nei paesi occidentali, nonostante le donne vivano più a lungo, degli uomini l’aspettativa di “vita sana” è equivalente tra i due sessi; infatti, nelle donne, gli anni di vantaggio sono spesso gravati da disabilità, principalmente correlata alle conseguenze determinate da malattie croniche e scarsa qualità della vita, con un impatto anche sulla spesa sanitaria. Pertanto è fortemente auspicabile la messa a punto di strategie per supportare l’invecchiamento sano della popolazione tenendo conto del genere. La risposta alle terapie, in ambito di differenze di genere, riveste un’importanza rilevante. Alcuni parametri fisiologici sono differenti nell’uomo e nella donna e condizionano l’assorbimento dei farmaci, il loro meccanismo di azione e la loro successiva eliminazione. Nonostante queste variabili, gli effetti dei farmaci sono stati studiati prevalentemente su soggetti di sesso maschile e il dosaggio nella sperimentazione clinica definito su un uomo del peso di 70kg. Oltre ai fattori sopra citati, età ed etnia sono ulteriori variabili rilevanti nella risposta alla terapia. Analogo discorso può valere per le prestazioni dei dispositivi medici e gli effetti del loro utilizzo.
Esiste un Piano Nazionale predisposto ai sensi della legge Lorenzin 3/18 approdato a maggio in Stato Regioni ma non viene finanziato e quindi rimane di fatto inattuato.
Il Piano prevede di:“… Fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per la diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal SSN in modo omogeneo sul territorio nazionale”.
Il Sindacato dei Pensionati della Cgil si batte da anni affinché si arrivi alla piena attuazione del Piano che migliorerebbe la salute e le aspettative di vita dei cittadini. Per questo organizziamo seminari ed eventi pubblici affinché la popolazione sia informata e contemporaneamente sollecitiamo gli enti (la Regione) ad adempiere ai doveri contenuti nella legge.
Sul territorio ligure lo Spi Cgil ha messo a punto tre seminari insieme alle rispettive Confederazioni, Auser locali, enti ed organizzazioni che operano nel settore sanitario. Due di queste iniziative hanno già avuto luogo a Finale Ligure e a La Spezia. Per il prossimo 11 dicembre sarà la volta di Genova.
In allegato le locandine degli eventi